Quando si parla di Strategia d’uscita (o Exit Strategy) si intende letteralmente una “strategia d’uscita” che permette a una determinata azienda di lasciare un particolare mercato, settore o investimento.
Questo termine non ha solo connotati negativi, ma per molti è l’obiettivo principale che si realizza quando i soci fondatori di una startup e gli investitori vendono le loro quote per realizzare un guadagno. Si parla di Exit Strategy o Plan perché solitamente viene pianificata con anni di anticipo e serve proprio per arrivare ad una via d’uscita, allontanandosi da possibili rischi o situazioni di stallo.
Ciò che andremo a fare nelle prossime righe, sarà un’analisi chiara e completa di ciò che si intende per Exit Strategy, quando questo piano strategico viene messo in atto e perché e in che modo tale azione può essere utile per le startup.
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Perché le startup hanno bisogno di una strategia di uscita?
Sono molte le ragioni per cui una startup ha bisogno di progettare una buona strategia d’uscita:
- il mercato non è abbastanza redditizio o è troppo competitivo.
- l’azienda ha deciso di concentrarsi su altre aree di attività.
- l’azienda deve pensare al proprio futuro
La terza ragione è probabilmente la più importante per le startup. Senza una strategia di uscita, infatti, una startup rischierebbe di diventare stagnante e di non poter crescere o espandersi. Dimostrando di avere un piano per il futuro, i potenziali investitori avranno sicuramente una spinta in più nell’ investire nell’azienda.
Inoltre, una strategia d’uscita può aiutare anche a evitare potenziali problemi lungo la strada. Se una startup non riesce a pianificare il proprio futuro, infatti, essa potrebbe non avere un chiaro percorso da seguire e ciò significherebbe avvicinarsi al fallimento.
Tipologie di Exit Strategy
Come già detto in precedenza, la Exit Strategy può essere sia positiva, in caso questo sia il nostro obiettivo e di conseguenza avere un profitto dalla strategia d’uscita, che negativa. Le principali tipologie si realizzano in due modi: con l’acquisizione, startup ceduta ad una più grande, oppure con la quotazione in Borsa.
Di seguito le varie tipologie di Exit Strategy:
- Acquisition: forma più comune di Exit strategy che consiste nel cedere la proprietà della Startup ad un’impresa più grande, che cercherà di trarne il maggior profitto possibile. In alcuni casi è possibile che l’ex o gli ex proprietari della startup continuino a lavorare mantenendo le proprie cariche.
- Mergers & Acquisition: strategia simile alla acquisition, in cui, un’azienda più grande, invece di acquisire, si fonde con un’azienda più piccola. In questo modo l’azienda più grande scoprirà i saperi e le conoscenze della Startup acquisita, mentre, l’azienda più piccola potrà continuare a lavorare allo sviluppo del proprio business.
- Initial Public Offering (IPO): la IPO o anche offerta pubblica inziale, rappresenta l’entrata nel mercato azionario della Startup che, così facendo, cederà quote della società permettendo ai soci di capitalizzare grazie ai soldi degli investitori.
- Acquihires: acquisition + hiring (acquisto + assunzione), in questo caso chi acquista la startup è interessato principalmente al capitale umano e le loro conoscenze. Questa acquisizione può portare a trasferire il personale in una nuova azienda ed a lasciare scomparire la startup acquisita.
- Exit Strategy Negativa: fallimento e conseguente chiusura, che rappresentano una effettiva Strategia d’uscita negativa in quanto non porta profitto. Questa tipologia di Exit Strategy avviene quando l’azienda non riesce a fatturare abbastanza per sopravvivere, oppure in caso di cambiamenti radicali nel mercato oppure problemi legali. Questa tipologia di Startup è la più diffusa, difatti il 90% delle nuove Startup fallisce effettuando la sua strategia d’uscita senza profitti.
Quando effettuare la Exit Strategy
Una Startup non ha un momento preciso per effettuare la Exit Strategy, ma è importante ricordarsi tutte le varie possibilità e programmare l’uscita nel proprio Business Plan. Bisogna sempre ricordare che la Exit non ha solamente connotati negativi, ma a volte rappresenta un vero e proprio obiettivo da raggiungere in modo da massimizzare il proprio investimento.
Per prepararsi al meglio è importante concentrare tutti i propri sforzi per rendere la startup appetibile agli investitori. Di fondamentale importanza è anche il target a cui vogliamo vendere la nostra società, in modo da poter attirarli verso l’acquisto. Grazie alla strategia può essere delineato il modo in cui far crescere ed evolvere la startup e di definire il proprio ruolo nell’azienda sia nel presente che nel futuro, quando avverrà un’eventuale cessione.
Esempi di Exit Strategy di startup
Tra gli esempi più conosciuti di Exit Stategy è presente l’acquisizione di Whatsapp, avvenuta nel 2014 da parte di Facebook per 22 miliardi di dollari. In questo caso la tipologia di Strategia d’uscita utilizzata è stata quella della Mergers & Acquisition, in cui Facebook ha ottenuto le conoscenze di Whatsapp e la seconda ha continuato a lavorare internamente allo sviluppo del business. Per alcuni investitori, il ritorno arrivò fino a 50 volte la propria quota.
Un altro esempio di Exit Startup di successo, fu quando Facebook entrò nel mercato azionario attraverso una IPO e fu valutata ben 104 miliardi di dollari. In questo caso, il suo maggior investitore, cioè Accel Partners, che acquisì nel 2005 il 15% dell’azienda a 12,7 milioni di dollari, riuscì ad ottenere un profitto miliardario.
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